Silvia Provvedi in aula al tribunale di Milano: "Fabrizio Corona tornava a casa con buste di contanti, da 5, 10, 20, 25 mila euro...."

Silvia Provvedi in aula al tribunale di Milano testimonia al processo che vede imputato il fidanzato, Fabrizio Corona. La mora di Le Donatella resta vicina al suo uomo e parla delle buste di contanti portate a casa dal 43enne.
Durante il processo ai danni di Fabrizio Corona legato ai circa 2,6 milioni di euro 'cash' trovati in parte in un controsoffitto a casa di Francesca Persi e in parte in cassette di sicurezza in Austria. Silvia Provvedi racconta: "Tornava a casa con buste di contanti, da 5, 10, 20, 25 mila euro, le teneva nei giacconi in un ripostiglio vicino alla camera da letto e poi le portava in ufficio. Erano i soldi delle sue serate e del suo lavoro e io mi facevo i fatti miei".
Conferma la versione dell'ex re dei paparazzi, che ha sempre parlato di quel denaro come frutto del suo lavoro, arrivato soprattutto come ospite a serate mondane.
"Difficilmente io e Fabrizio frequentavamo gli stessi locali, lavoravamo in posti diversi. Ci vedevamo nel fine settimana ed è successo che arrivasse con buste che contenevano denaro in contanti. Ho sempre pensato che fosse denaro per la sua società derivante dal lavoro svolto", spiega Silvia Provvedi.
Non si è mai fatta molte domande sulle buste di contanti portate a casa da Fabrizio Corona. Silvia poi ricorda pure il giorno in cui è scoppiata la bomba carta sotto l'abitazione dell'imprenditore, fatto da cui poi è scaturita l'inchiesta che a riportato il 43enne in galera.
"La polizia ci mise molto ad arrivare, una quarantina di minuti. C’era anche una seconda bomba inesplosa nel cestino. Venni chiamata anche io per testimoniare sulla bomba. I poliziotti mi notificarono l'avviso per la convocazione in casa e Fabrizio si arrabbiò con loro: non capiva perché volessero chiamarmi. Voleva proteggermi ma io, anche se sono molto giovane, non avevo problemi a raccontare quello che era successo. Il giorno dell’interrogatorio, il poliziotto Izzo mi fece delle domande che mi parvero strane, sul patrimonio di Fabrizio, che non c’entravano niente con la bomba. Io ero tranquilla, Izzo invece era molto agitato, ma non ero compito mio calmarlo", dice.
Poi racconta l'arresto di Corona: "Fabrizio aveva l'impressione di essere stato trattato come un criminale e non come parte lesa di un attentato". E conclude: "Lui era molto arrabbiato, perché da parte lesa era diventato colpevole".

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