Valeria Marini rilancia: “Volevo un figlio da Giovanni Cottone, ma…”

L'attrice a cuore aperto racconta retroscena e dettagli sul naufragio, dopo appena un anno, del suo matrimonio con l'imprenditore: «Volevo un figlio, ma di figli non c'era il tempo di parlarne. Ho sbattuto la faccia contro l’amara realtà»

 UN LUNGO SFOGO – «Volevo un figlio, ma di figli non c’era il tempo di parlarne. Ho sbattuto la faccia contro l’amara realtà», ha raccontato la Marini al settimanale Chi, «avevamo una concezione diversa del rapporto matrimoniale. Ma a lui così andava benissimo. Io mi sono voluta sposare davanti a Dio da credente per quel “per sempre” che avrei voluto ripetere all’infinito. Ma da quel giorno non ho più pace».

LA SOLITUDINE – «Posso solo prendere atto che il nervosismo, la distanza, un certo temperamento arrogante, in colui che era diventato mio marito», ha confessato Valeriona sulle pagine del settimanale, «sono prevalsi di colpo. La solitudine, per me, è diventata imperante. Lui era sempre in viaggio, e quando era a Roma stava spesso nella casa che aveva affittato al piano sotto la mia. Io desideravo tantissimo un figlio. Ma di figli non c’era il tempo di parlarne. Non vedevo mai mio marito. E quando lo vedevo si parlava solo di lavoro. Con discussioni infinite. E ciao ciao famiglia. Io non sono una che si arrende, sono tenace: ma ho avuto davanti a me un muro di gomma. Con lui la mia vita era tutta un “forse”. Nessuna certezza. Era diventato impossibile continuare dopo quella metamorfosi a cui avevo assistito.

 

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