Balotelli posa su VanityFair con Fanny sperando che Pia sia sua figlia


C'è un calciatore che, gol dopo gol, ha conquistato il Milan e l'Italia. E un uomo pronto a prendersi le sue responsabilità, in campo e fuori. Con «la ragazza giusta». E con Pia, la figlia che Raffaella Fico giura essere sua.



Limido Comasco sanno già tutti dove vive il campione del Milan e della Nazionale. Basta seguire il rombo della sua Ferrari 458 Italia lungo le strade di campagna per arrivare dritto alla sua casa. Ma per la prima volta, solo per Vanity Fair, Mario Balotelli apre le porte della sua villa con parco, laghetto e piscina olimpionica interna e si fa ritrarre dal celebre fotografo Fabrizio Ferri insieme alla nuova fidanzata Fanny Robert Neguesha. Super Mario a Milano ha fatto la gioia dei tifosi rossoneri – sette gol in sei gare – ma anche dei paparazzi, che non gli danno tregua. E soprattutto, su di lui pesa il rapporto con la ex Raffaella Fico. Il 5 dicembre Raffaella ha avuto una figlia, Pia, la cui paternità attribuisce a Mario, e che lui però non ha ancora riconosciuto. Una storia complessa che finirà in tribunale, e che lei racconta a puntatea giornali e Tv. Da quando la bambina è nata, Balotelli non l’ha mai vista. In compenso ha mantenuto la promessa di non parlarne in pubblico. Fino a questa intervista esclusiva su Vanity Fair in edicola da mercoledì 27 marzo.
Mario, è innamorato? 
«Sì, ma non sono bravo a raccontarlo. Mi frega la timidezza». 
Che cosa le piace di Fanny? 
«È una ragazza decisa, sicura, generosa. In poco tempo, ha trovato una sintonia con me. Potrei passare anche tutta la vita con una così». 
Dopo appena sei mesi: non le sembra presto? 
«Grazie a Fanny ho ritrovato l’equilibrio che serve al mio lavoro. Lei mette al primo posto il nostro rapporto, non ci sono nervosismi e distrazioni prima delle partite. Non è facile stare con me».
Perché? 
«Devi quasi rinunciare a una vita privata, sei costantemente esposto al pubblico. Zero Facebook, zero Twitter: qualunque cosa dici, rischia di ripercuotersi negativamente». 
Dove vi siete conosciuti? 
«A Bruxelles. Un amico mi aveva detto: è la ragazza giusta per te. Ma viveva a Bruxelles, appunto. Ho provato un approccio a distanza da Manchester: telefonate, messaggi. Non funzionava». 
E che cosa ha fatto? 
«Ho preso un jet privato e sono andato a trovarla». 
Racconti il primo appuntamento. 
«Siamo andati a fumare il narghilé e abbiamo terminato la giornata nella hall del mio albergo, a chiacchierare. Lei si è presentata con un’amica, e anch’io sono arrivato accompagnato. In quattro è stato più facile rompere il ghiaccio».
Ha dimenticato Raffaella Fico? 
«Non parlo di una persona che non mi interessa più. Non faccio parte del suo mondo, il mondo dello spettacolo, e quando dovrò discutere qualcosa con lei lo farò in privato».
Però ha una bambina che giura essere figlia sua. E lei non l’ha né vista né riconosciuta. Ci pensa? 
«Certo che penso alla bambina. Con la storia personale che ho avuto io (Mario, figlio di immigrati ghanesi, era un bambino con gravi problemi di salute quando è stato affidato ai Balotelli, bresciani, che poi l’hanno adottato, ndr), crede che la lascerei mai senza un padre? Se fino a oggi è accaduto, non è per colpa mia. Non sono una cattiva persona. Semmai, a volte, sono stato scioccamente troppo buono». 
Ma che idea si è fatto: è sua figlia? 
«Vorrei conoscerla, e spero tanto che sia mia figlia. Non ho nessuna intenzione di scappare, anzi sarei davvero felice se fosse sangue del mio sangue. Però chiedo rispetto per una storia che non è facile come può sembrare: ci sono questioni legali delicate che vanno affrontate con serietà, per il bene di tutti, e non nelle interviste».

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