Corona latitante, i 5 anni diventano 7. Mandato di cattura internazionale


Il pg di Torino: “È ancora in Europa”
Ieri il post sul suo profilo Facebook
ma scritto da un suo collaboratore
Boom di commenti: “Bravo, in Italia tanto la legge non è uguale per tutti”
 
 
LASTAMPA.IT - Fabrizio Corona si trova all’estero, ma non fuori dall’Europa. Ne è convinta la Procura generale di Torino. Potrebbe essere già arrivato magari in Portogallo, come sostiene qualcuno del suo entourage, e punterebbe ad andare oltre Oceano, forse in Brasile. Ancora, però, sarebbe in Europa, secondo i magistrati torinesi e nei suoi confronti pende da oggi anche un mandato di arresto europeo, in quella che è diventata ormai una vera e propria `caccia all’uomo´, seguita anche via web.
Il provvedimento è stato emesso stamani dalla Procura generale di Torino per sollecitare le ricerche in tutto il Vecchio Continente e soprattutto per facilitare le procedure di “consegna” del “re dei paparazzi”, qualora venisse finalmente beccato. E mentre sui social network fioccano gli elogi al “fuggitivo”, diventato per molti ancor di più un «mito», negli ambienti giudiziari si fanno i conti e si calcola che l’agente fotografico, dopo la “mossa” della latitanza, ha perso al momento ogni beneficio e deve scontare 7 anni, 10 mesi e 17 giorni di carcere, con altre condanne che nei prossimi mesi potrebbero diventare definitive.
Stando a quanto ricostruito dalla squadra mobile di Milano (le indagini, condotte anche dall’Interpol, si estendono a livello internazionale), Corona sarebbe scomparso verso le 11,30 di venerdì scorso e quindi diverse ore prima del verdetto della Cassazione, arrivato attorno alle 16 e che ha confermato la condanna a 5 anni per estorsione ai danni dell’ex bomber juventino David Trezeguet. I poliziotti che lo stavano sorvegliando lo avrebbero perso di vista, dopo che era entrato in una palestra, perché probabilmente sarebbe scappato da un’uscita secondaria. Il “fotografo dei vip” sarebbe stato aiutato da amici e collaboratori nella fuga. Non è escluso, dunque, che gli investigatori possano arrivare a formalizzare anche accuse di favoreggiamento della latitanza.
Intanto, il magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Beatrice Crosti, ha sospeso il provvedimento con cui, lo scorso ottobre, aveva concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali all’agente fotografico. E ciò, in poche parole, significa che per le pene definitive calcolate dai magistrati di Milano (per la vicenda dei foto-ricatti e per due patteggiamenti per spendita di denaro falso) Corona non gode più del beneficio. Diventano quindi due anni, 10 mesi e 17 giorni da scontare in carcere e che vanno a sommarsi ai 5 anni del procedimento torinese. Un totale, dunque, `sulla carta´ di oltre 7 anni e 10 mesi di carcerazione e poche possibilità, dopo la clamorosa fuga, di ottenere in futuro permessi o benefici per uscire dal carcere.
Corona, però, dietro le sbarre non ci vuole tornare (era già stato arrestato ai tempi dell’inchiesta “Vallettopoli”) e pare voglia prendere anche un po’ in giro, o sfruttare, il sistema dei mass-media. Potrebbe essere stato lui, infatti, ieri a far “postare” messaggi su Facebook dai suoi collaboratori, con l’ormai nota citazione dello scrittore giapponese Murakami, che gli è valsa tanti apprezzamenti. Oltre settemila oggi i commenti su Twitter, da “bravo, sei un mito!” a una serie di attestati di stima. Ma c’è anche chi gli fa notare che dopo aver lanciato tanti presunti proclami “anti-sistema” negli anni, lui è stato poi «il primo a darsela a gambe». In questo contesto di partecipazione alla fuga via web, non poteva mancare anche lo scoop del sito SocialChannel.it, che il “re dei paparazzi” ha contribuito a fondare. Pubblicate le foto della «ultima cena» a casa Corona, la sera prima del verdetto della Cassazione. «Gli occhi di Fabri non mentivano - si legge nel sito - aveva paura».

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