ALESSANDRA AMOROSO, l’intervista integrale: «Bye bye Amici, me ne vado a New York»

(TvSorrisieCanzoni) Alessandra Amoroso, pochi giorni dopo il trionfo ad «Amici», ci dà appuntamento a Milano, davanti al Castello Sforzesco in una calda mattina primaverile. È in piedi, sul bordo della fontana; gli schizzi d’acqua le bagnano i capelli e i vestiti. A un certo punto si avvicina un gruppo di ragazzi con gli zaini in spalla: «Possiamo fare una foto?». «Ma non siete a scuola?» chiede Alessandra, inerpicata su una dozzina di centimetri di meravigliosi tacchi a spillo. «Oggi la scuola è chiusa». «Sì, sì, dicevo anch’io così quando non ci andavo…». Loro urlano: «Sei la più forte!» e si allontanano contenti, con la foto nel telefonino.
Forte? Dipende dai punti di vista. Alessandra Amoroso di sé dice: «Fuori sono forte, dentro sono debole». Lo confessa senza reticenze. Tre anni fa faceva la commessa a Lecce, poi ha lasciato il posto fisso per cantare ad «Amici», il talent show creato e condotto da Maria De Filippi. Lo ha vinto due volte (prima tra i giovani, poi tra i big richiamati in gara), ha venduto oltre 800 mila copie dei suoi primi tre album, e adesso ha persino smesso di fumare. Di cose forti ce ne sono abbastanza.
Hai smesso di fumare come ex voto per la vittoria?
«Avevo fatto una scommessa con il mio migliore amico, ero convinta che vincesse Marco Carta visto che era sempre primo al televoto. Ora non fumo da qualche giorno e va benissimo».
È più facile smettere di fumare o vincere «Amici»?
«Smettere di fumare, ma è dura. Prima scandivo i momenti della giornata con le sigarette: dopo il caffè, prima delle pulizie, dopo la doccia… Ad “Amici” è stato difficile, avevo le stesse paure e ansie di tre anni fa. Sono felice che sia finita».
Quando Maria ti ha richiamato hai pianto di gioia. Poi hai pianto in ogni puntata.
«Strano, no? Che devo fare? Mi emoziona il pubblico, mi emoziona Maria. Mi emoziono quando canto, piango anche in concerto, non lo programmo. Cantare è sempre una cosa nuova per me, temo sempre di non piacere».
In una puntata hai fatto piangere persino Sharon Stone.
«Lei piangeva, io piangevo con lei, insomma una tragedia. Poi mi ha detto che le era piaciuta la mia interpretazione. Però anche le cose che mi ha detto Dustin Hoffman in un’altra puntata sono state belle. Dopo, quando ci ripensi e realizzi, sei troppo felice».
Che differenza c’è fra la vittoria di tre anni fa e quest’ultima?
«Tendenzialmente è uguale, l’emozione è la stessa. Cambiano solo i vestiti!».
Ma tre anni fa non eri l’Alessandra Amoroso da 800 mila dischi venduti.
«Però “Amici” lo vivo ogni volta come sono e non come: “Io sono Alessandra Amoroso, io sono qualcuno!”. Provo ancora le stesse sensazioni, io sono una che tende sempre a buttarsi giù, non mi piaccio mai abbastanza».
Un milione di fan su Facebook e oltre 100 mila follower su Twitter. Piaci più che «abbastanza».
«Non mi importa nulla dei numeri, non corrispondono alla gente che batte le mani ai concerti o che compra i dischi. A me piace vivere e cantare così, come fosse sempre la prima volta».
Da cosa viene tanta insicurezza?
«Dal mio vissuto, da certe mie esperienze, da una serie di eventi personali… Non sono una che parla molto del suo privato. Io fuori sono forte, dentro sono debole, sensibile».
Quali sono le altre tue qualità?
«Sono buona, disponibile, estroversa, generosa. Insomma, un po’ di cose buone le ho».
Qualche complimento te l’hanno fatto pure i colleghi?
«Sì, dicono che canto di pancia, che sono brava e sensibile. Tanti criticano le mie lacrime ma a tanti piacciono. La soddisfazione c’è, e pure tanta. Però è diversa dalla sicurezza».
Chi ti ha fatto i complimenti?
«Gianni Morandi, Claudio Baglioni, Elisa… Ho chiacchierato con un po’ di gente. Laura Pausini mi ha detto una cosa molto bella».
La Pausini?
«La prima volta che ci siamo incontrate mi ha detto: “Tieniti strette le persone che ci sono sempre state”. Ed è quello che ho fatto».
Chi ti sei tenuta stretto?
«La mia famiglia, il mio fidanzato Luca, il mio assistente, le mie migliori amiche che sono quelle di Lecce. Una ha un negozio di parrucchiera, una lavora in uno stock house di vestiti».
Morandi ti aveva voluto nel suo show in tv. Altre proposte?
«No, per il momento no, ma non si sa mai, anche se io in tv non mi trovo. Stare davanti alle telecamere mi imbarazza molto».
Eppure se la De Filippi ti richiamasse una terza volta accetteresti.
«Maria è un’altra cosa, lei è come la “mamma”, non andrei mai a presentare. Ma come concorrente, oppure ospite, tutta la vita».
A giugno parti per New York per studiare canto. Come ti è venuta l’idea?
«Studierò gospel, prima non avevo mai avuto la possibilità economica, poi non avevo tempo. Invece quest’anno non farò il tour estivo. A New York non ci sono mai stata, l’ho vista solo nei film, un po’ mi spaventa».
Che cosa ti spaventa?
«Beh, è una città così grande. E poi ho paura di volare, un viaggio così lungo… Comunque se devo volare, volo».
E che cosa ti attira del gospel?
«Un po’ tutto, tira fuori un qualcosa che c’è dentro. Adoro la musica inglese, la lingua, il sound, il modo di cantare molto spirituale».
A parte le cover di Aretha Franklin, le tue canzoni sono più melodiche che black.
«Non dipende da me, non le scrivo io, e comunque mi piacciono molto perché nel bene e nel male riesco a cantare il mio passato, il mio vissuto e anche il mio presente, riesco a calarmi nella parte. Mi piacerebbe fare canzoni più soul, arriverà il momento».
È vero che nella Grande Mela farai pure la barista?
«Mi piacerebbe, non so stare senza lavorare. Probabilmente cercherò lavoro in un bar o qualcosa del genere. Torno a fare ciò che facevo prima».
Non temi l’assalto al bar di tutti gli italiani a New York?
«Spero di no! Vorrei tornare alla mia vita di prima, un po’ mi manca. Vorrei fare un salto nel passato senza usare la macchina del tempo».
Che cosa ti manca del passato?
«Questo lavoro è sicuramente differente da quello che facevo, è più stancante, più stressante. Mi manca la semplicità delle cose. Sono un personaggio pubblico, è più difficile uscire, andare al mare, mettere la musica a palla. Mi sento sempre giudicata o sotto tiro».
Una volta sognavi di conoscere Mina.
«Un sogno che non si è mai realizzato, purtroppo».
Il prossimo sogno?
«Un concerto a San Siro. E speriamo che non faccia la fine del sogno di Mina…».

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