Riccardo Scamarcio parla per la prima volta della fine dell’amore con Valeria Golino. Un amore naufragato a un passo dal matrimonio, visto che i due attori avevano addirittura già fatto le pubblicazioni. Poi, però, qualcosa (anzi, molto) è andato storto. E solo oggi Riccardo Scamrcio trova la forza di parlarne serenamente, in una lunga intervista...
“È IL MIO SANGUE” – Riccardo Scamarcio non è solito parlare della sua vita privata. E anche nell’intervista al Corriere della Sera, cerca di schivare la domanda clou: perché è finito l’amore con Valeria Golino? Ma alla fine, si lascia andare a una confessione. Che suona come quella di un uomo col cuore ancora caldo. Dopo 12 anni di relazione, un matrimonio fallito a un passo dall’altare e tantissimi gossip. E Scamarcio? Zero dichiarazioni. Fino a ora: “Qualunque cosa io dica non può essere davvero attinente con la storia d’amore che abbiamo avuto. In un’intervista, un rapporto lungo oltre dieci anni si può solo ridurre, minimizzare. Non basterebbe un giornale per esporre quella relazione, che è il mio sangue, è il mio amore. Non posso rispondere, perché ogni storia che dura tanto si basa sull’ amore vero, che non ha condizioni, non è programmato. Se t’innamori di una persona, t’innamori di quella persona, sfuggi a qualunque ragionamento”.
LA POLITICA – Non solo. Riccardo Scamarcio parla anche, e a lungo, di politica. Si definisce “anarchico dentro. Contesto le regole, contesto lo Stato. Ma se, come ora, lo Stato è crollato, io che attacco? Ora, paradossalmente, sono un anarchico in cerca di Stato. E noi italiani: sembra che in Europa siamo gli unici che devono rispettare le regole. La Germania viola la raccomandazioni sul surplus commerciale, la Francia le regole di bilancio… Ho votato Bertinotti, poi Pd e no al referendum. Ora, il primo che presenta la nazionalizzazione delle banche in crisi e investe sulla cultura becca il mio voto. Ma i 5 stelle non nominano mai la parola cultura. Il ‘ce lo chiede l’Europa’ non ha senso: ho detto a Bersani (quando, vinte le ultime elezioni, sembrava che sarebbe diventato premier, ndr), che doveva battere i pugni sul tavolo dell’Ue e minacciare di andarsene. E lui? M’ha dato una pacca sulla spalla e ha detto ‘sì, vabbè, ciao’…”
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