L'infarto mentre era in scena al teatro di Trani, un mese fa, il ricovero d'urgenza all'ospedale di Bonomo di Andria e un intervento di angioplastica. Adesso Massimo Lopez è del tutto fuori pericolo: "Sto meglio, sto facendo una convalescenza molto tranquilla. La mia vita è semplice in questo momento. E c'è qualcuno nel mio cuore...", svela l'attore sul settimanale "Chi", raccontando che a salvarlo è stata "una mano santa"...
A metà maggio tornerà in teatro e a breve sarà anche ospite di Carlo Conti in televisione. Ma per il momento Lopez, 67 anni compiuti l'11 gennaio, prosegue la sua "vita semplice", la sua convalescenza: "Orari, alimentazione, passeggiate e niente stress, questa è la mia cura", dice a "Chi", raccontando quello che è successo esattamente quella sera del 24 marzo al teatro Impero di Trani, dove il popolare attore era ospite della rassegna "Jazz & dintorni": "In casa mia c’è una certa famigliarità con le patologie cardiache. Così, quando ho cominciato a sentirmi male sul palco, ad avere un dolore al torace, a sudare, ho capito perfettamente cosa stesse accadendo: ho chiesto scusa al pubblico e poi, dietro le quinte, ho chiesto un’ambulanza. Dopo dieci minuti ero già nelle mani dei medici, curato in un’eccellenza della cardiologia quale è l’ospedale Bonomo di Andria".
L’attore confessa: "Mentre ero in ambulanza pensavo alla mia famiglia e alle persone più vicine. Con molta tranquillità, mi sono detto: “Qui o va bene o va male, ma speriamo che non finisca male perché ci sarebbe tanto dolore". Credo proprio che mi abbia salvato una mano santa perché quella sera avrei dovuto essere da un’altra parte, in un posto meno comodo per raggiungere l’ospedale". Ora la sua vita è cambiata: "All’inizio ero preoccupato e mi dicevo: “Devo cambiare qualcosa”. Poi subentra la saggezza e pensi: “Certe cose possono capitare”. Ora devo ricordarmi di mantenere un punto di vista distaccato, di pensare a me e, soprattutto, alle cose fondamentali, quelle che appartengono alla sfera del cuore. È come se avessi tradito il cuore e l’anima con la vita che faccio e tornare a questi valori significa apprezzare certe cose e relativizzare tutto il resto: la carriera, il lavoro, i rapporti buoni con le persone, il successo che è importante, ma non è la cosa più importante della vita. C’è qualcuno nel mio cuore, ed è importante che ci sia. Ma il mio cuore è spazioso, visto che ora contiene anche un pezzo di Puglia, vale a dire lo stent che mi è stato impiantato".
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