Simona Ventura è pronta a tornare in tv. In prima serata su Canale 5 dal 21 novembre con "Selfie, le cose cambiano". Il programma in cui darà l'opportunità alle persone di ogni età di affrontare e risolvere le proprie debolezze. All'Ansa racconta: "Non pensavo di vivere emozioni così forti e profonde: questo programma è una sorta di seduta collettiva che sta cambiando ognuno di noi".
"E' la prima volta che lavoro con le persone 'comuni' ed è una grande soddisfazione - spiega - fai del bene a chi lo merita. Dopo trent'anni di carriera non avrei potuto desiderare niente di meglio. Aiutiamo le persone che ci mandano video-selfie denunciando le loro difficoltà, fobie, insicurezze. Una formidabile squadra di Mentori, che si confronta in modo passionale e agguerrito in una sorta di arena di Star Wars, decide se aiutare o meno coloro che ci hanno scritto, assumendosene la responsabilità e seguendone il percorso".
Tre le coppie di Mentori, formate da Katia Ricciarelli/Simone Rugiati, Alessandra Celentano/Ivan Zaytsev e Stefano De Martino/Mariano Di Vaio, a loro volta sottoposte a una giuria composta da Aldo Montano, Tina Cipollari, Paola Caruso, Daniela Del Secco d'Aragona e Yuri Gordon e a una giuria popolare formata dal pubblico in studio.
"Dietro chi chiede di rifarsi il seno o di cambiare un difetto fisico - continua Simona - c'è spesso la storia difficile di una persona che non si accetta o non ha le possibilità economiche per cambiare. In una società in cui tutti 'dobbiamo' essere forti, la sensibilità diventa un minus, non un plus. Ma non è giusto che i deboli soccombano sempre. Con l'aiuto di psicologi, chirurghi di altissimo livello cerchiamo di trattare anche fobie e patologie psicofisiche. Ma ci saranno anche storie divertenti. Il bello è uscire dallo studio sapendo di aver fatto qualcosa di tangibile per gli altri, specialmente quando, come me, hai avuto tutto dalla vita, in termini di soddisfazioni, lavoro, sentimenti".
Ma cosa pensa la Ventura dei social? "Non puoi non esserci, sono un banco di prova molto interessante anche sul piano creativo ed editoriale. Ma non leggo mai i commenti: ho visto colleghi soffrire moltissimo per colpa dei 'leoni da tastiera'. La maggioranza, che ti vuole bene, è silenziosa".
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