Emma Marrone:"Noi donne abbiamo qualcosa in più"

Con l’inizio dell’intervista l’hashtag #EmmaRadioItalia vola al top su Twitter.Emma, circondata dai suoi fan nell’auditorium di Radio Italia, racconta in onda a Paola “Funky” Gallo il nuovo disco “Adesso”.


Spiegaci come hai lavorato su questo album, in cui sei produttrice, autrice e interprete. È stato un periodo bello, duro e faticoso. La pre-produzione è iniziata a Roma: è importante perché è la fase in cui si dà il primo stampo ai brani. Ringrazio il produttore Luca Mattioni: gli ho trasferito le mie passioni e i suoni che avrei voluto nel disco; lui ha preso le mie idee e le ha trasformate in musica, è stato prontissimo al confronto, propositivo ed entusiasta, con rispetto e collaborazione. Nell’album c’è tutto l’affetto e l’amore delle persone che ci hanno lavorato.

Come cerchi il tuo equilibrio? Quando uno sta sempre “su”, si abitua a questa prospettiva dall’alto. Ma quando si cade giù, ci si rende conto che c’è molto altro. L’equilibrio sta nel mezzo e nel sapere che ci sono tante belle cose ovunque, non è una questione di altezze.

Quale posto consideri casa tua? Casa mia è l’Autogrill. Scherzi a parte, in “Poco prima di dormire” canto: “Sono nata che ero pronta, la mia vita va di corsa“: è la verità. Questa è la traccia che chiude il disco, con una frase finale ad effetto: nonostante tutto, nonostante le cadute, i giudizi e i pregiudizi, sono quella di sempre e “ti aspetto sopra un palco, sopra un palco a braccia aperte”. Tanto so che i miei fan, graditissimi stalker, saranno con me.

È vero che hai realizzato il tuo primissimo disco circa dieci anni fa? Ho prodotto il mio primo lavoro a 22 anni, eravamo un trio elettronico di Torino, con i synth protagonisti. Ci chiamavamo M.J.U.R., come l’album. Fortunatamente su YouTube c’è tutto: così chiunque può conoscere il mio passato. Non ho niente da nascondere salvo il disordine dei vestiti nell’armadio. 

Abbiamo ascoltato insieme il tuo singolo “Arriverà l’amore”. Una tua fan chiede: è arrivato l’amore? Eh? No entiendo…

Ascoltiamo anche la title-track “Adesso (ti voglio bene)”, di cui sei autrice. È la canzone a cui sei più legata? Sì, lo è, questo è un “pezzo di vita”. Le parole hanno un loro peso: il “tvb” ormai è inflazionato, tutti si vogliono bene e poi in realtà sono kattivissimi, con la Kappa di Kekko Silvestre dei Modà. Se dico ti voglio bene, è perché l’ho deciso e perché voglio bene fino in fondo. 

“In viaggio” è la canzone della tua vita? Quando fai una canzone, non pensi solo a te stesso ma a un’emozione che può accomunare tante persone. Viaggiare fa viaggiare anche la mente. Questa è la canzone di tutti, non solo la mia.

In questo disco si parla anche di Italia. Sei riuscita a “liberare” temi d’attualità con maggiore sicurezza rispetto al passato? Ho voluto mettere i puntini sulle “i” sui miei pensieri, anche in campo sociale. Non c’è niente di politico, ormai ho imparato a non farmi strumentalizzare. Non ho mai nascosto la mia guerra contro gli omofobici e la mia stima nei confronti di chi ha accettato la propria diversità. Anche perché se fossimo tutti uguali… che palle! Dobbiamo parlare di violenza sulle donne perché ci sia una legge ma anche un “dopo-legge”, in modo che le donne siano sempre tutelate. Il mio è anche un inno per i giovani che restano nel proprio Paese, pure quando le cose non vanno bene. L’erba del vicino è sempre più verde ma noi non ci accorgiamo che nel resto del mondo ci guardano con occhi di grande ammirazione per la nostra cultura, per l’arte, per la bellezza e per il cibo. Ragazzi, riprendiamoci in mano il nostro Paese!

Le donne sono capaci di collaborare? Esistono anche donne ignoranti ma quando una donna è felice con se stessa e realizzata non ha problemi a condividere il palco e il microfono con le colleghe: le donne dovrebbero collaborare di più e fare le fighe un po’ meno. Io sono per fare squadra perché le donne hanno qualcosa in più: è per questo che mi circondo di donne e amiche donne; la mia manager è una superdonna, in barba ai chiacchiericci da quattro soldi sulla mia vita privata. Quindi sì, mi circonderò sempre di donne.

Qual è la persona di cui ti fidi di più e alla quale fai sentire in anteprima le canzoni? È proprio la mia manager, Francesca Savini. Quando ho composto “La mia città” (e anche “Amami”), l’ho svegliata e con la chitarra gliel’ho cantata, tirando già dal letto anche Antonino. Finito il brano, le ho chiesto scusa pensando di aver scritto un pezzo brutto. Lei mi ha detto: “Sei pazza? Questa è una hit!”. È riuscita a capirlo anche alle tre di notte.

È la prima volta che ti lasci andare così tanto nel canto? Per la prima volta ho fatto una cosa che innanzitutto ha fatto felice me. Avevo bisogno di fare qualcosa anche per me stessa e non solo per il pubblico. Perché se non sono felice la ruota non gira. Se avessi dovuto fare un mestiere per piacere e accontentare tutti, sarei nata Nutella.

Quanto sono stati faticosi gli ultimi tempi? In questi due anni ho ascoltato 400 provini e idee di canzoni. Chiunque poteva mandarmi brani e io li ho ascoltati. Mentre facevo i dischi, ero in tour, partecipavo ad Amici di Maria De Filippi, traslocavo. È anche morta la lavatrice comprata nuova: dopo averla svuotata raccogliendo acqua per quattro giorni, ho aperto il filtro e ho scoperto che i fazzolettini salva-colore si erano bloccati lì.

È vero che la foto di copertina è nata per sbaglio? Sì, eravamo sul set e non trovavamo la posa giusta. Per caso a un certo punto ho tirato giù i capelli e poi di nuovo su. La fotografa ha scattato e così è nata la cover. D’altra parte a volte la mattina ci svegliamo e ci sentiamo un angelo di Victoria’s Secret mentre il giorno dopo sembriamo una bruttissima fata Morgana. Ora ad esempio mi vesto sempre di nero perché sfina e ho capito che i colori non mi valorizzano. Certo, sarebbe meglio non stare sempre sul divano e mangiare sano: ogni tanto un po’ di verdura non fa male. Evitate le diete fasulle anche quelle spacciate su Facebook come diete mie: non cascateci! I miei profili hanno il logo tipo “chiquita banana”, non potete sbagliarvi! Io al massimo vi posso dare gli indirizzi dei migliori ristoranti di Roma…

Ma ti manca il clima della Puglia? Sì, lì siamo abituati ai 18 gradi fissi. Con i 4 gradi di Milano, per me è come essere in Siberia…

Commenti