Aurora Ramazzotti a Vanity Fair: «Datemi pure della raccomandata, ma mi hanno fatto male le critiche...»
Nel numero di Vanity Fair, il settimanale di Condé Nast riferimento nel mondo dell’entertainment e dello spettacolo diretto da Luca Dini, in edicola da mercoledì 11 novembre, l'intervista esclusiva ad Aurora Ramazzotti che per la prima volta replica alle tante critiche ricevute.
«Le critiche? Sinceramente mi aspettavo ben di peggio. (...) Sono una privilegiata. So benissimo di avere avuto una possibilità che, senza il mio cognome, non mi sarebbe arrivata, o comunque non con questa facilità. (...) Credo davvero nelle mie capacità, ma sicuramente là fuori c’è qualcuno molto più bravo di me che questa possibilità non l’ha avuta perché è figlio di gente comune. (...) È da quando sono piccola che vedo mia madre in Tv e mio padre sul palco, e sogno di essere come loro. (...) L’anno scorso mi sono persino iscritta a X Factor, ovviamente senza dirlo ai miei. Non avevo calcolato che, avendo io dato le mie vere generalità, avrebbero subito contattato mia madre. (...) Mio padre mi ha detto che ero brava, ma mi ha messo in guardia: “Non sarà facile, devi essere forte. Ne sei davvero convinta?”. Ci ho riflettuto molto, sono giunta alla conclusione che forse non ero pronta, e ho lasciato perdere».
Quest’anno, invece, Aurora Ramazzotti non ha lasciato perdere. Quando le hanno proposto la conduzione della striscia quotidiana X Factor Daily, ha detto di sì. Ed essendo la figlia diciottenne di Eros e Michelle Hunziker, è stata travolta dalla critiche di chi vede in lei una «raccomandata».
«Le critiche? Sinceramente mi aspettavo ben di peggio. (...) Sono una privilegiata. So benissimo di avere avuto una possibilità che, senza il mio cognome, non mi sarebbe arrivata, o comunque non con questa facilità. (...) Credo davvero nelle mie capacità, ma sicuramente là fuori c’è qualcuno molto più bravo di me che questa possibilità non l’ha avuta perché è figlio di gente comune. (...) È da quando sono piccola che vedo mia madre in Tv e mio padre sul palco, e sogno di essere come loro. (...) L’anno scorso mi sono persino iscritta a X Factor, ovviamente senza dirlo ai miei. Non avevo calcolato che, avendo io dato le mie vere generalità, avrebbero subito contattato mia madre. (...) Mio padre mi ha detto che ero brava, ma mi ha messo in guardia: “Non sarà facile, devi essere forte. Ne sei davvero convinta?”. Ci ho riflettuto molto, sono giunta alla conclusione che forse non ero pronta, e ho lasciato perdere».
Quest’anno, invece, Aurora Ramazzotti non ha lasciato perdere. Quando le hanno proposto la conduzione della striscia quotidiana X Factor Daily, ha detto di sì. Ed essendo la figlia diciottenne di Eros e Michelle Hunziker, è stata travolta dalla critiche di chi vede in lei una «raccomandata».
Intanto il Daily, partito il 23 ottobre, ha una media di spettatori del 25% più alta rispetto a quella dello scorso anno. Dopo un lungo silenzio, nel numero di Vanity Fair in edicola a partire da mercoledì 11 novembre, Aurora per la prima volta risponde. E confessa quali sono, invece, le critiche che le fanno male. «Non sono bionda, non ho gli occhi azzurri, non sono magra, alta, bella. Oggi mi dicono: “Hai una bellezza particolare, che splendidi occhi a mandorla”. Ma, quando ero piccola, la “bellezza particolare” non se la cagava nessuno. Mi dicevano: “Cinese”, “Cicciona”. Per non parlare dell’adolescenza, quel periodo orrendo dagli 11 ai 15, quando ti sviluppi, escono i brufoli, la ciccetta. Mi sono trovata bersaglio di cattiverie atroci. (...) Se in più, come è successo a me, vai su Internet e trovi le foto in costume di te e tua mamma con un titolo che suona tipo “Michelle 34 anni, Aurora 14, è più figa la madre della figlia”, ti senti piuttosto male. (...) Ho avuto crisi isteriche: mi vedevo brutta, mi rifutavo di uscire di casa. A nulla serviva che mia madre mi facesse mille complimenti: la sicurezza doveva venire da dentro di me. (...) Mi rendo conto di essere stata, per lei, una figlia particolarmente difficile da crescere».
Aurora nell’intervista - accompagnata da un reportage stile Instagram che la segue nell'arco di una giornata - cerca anche un chiarimento su «uno scherzo cretino, fatto sui social con leggerezza, ferendo delle persone proprio nel modo in cui io sono stata ferita e non voglio essere ferita». Si riferisce, senza nominarla, a un video in cui, imitando Belén Rodríguez, faceva un commento sull’aspetto del bambino della showgirl. «Mi sento male solo a pensarci. Io non sono cattiva e amo i bambini, che per me sono tutti bellissimi. Ho agito d’impulso, stupidamente, senza il tempo di riflettere, e con i social questa impulsività stupida la paghi. Ma per me era evidente: non potevo pensare che il bambino fosse brutto. Troppe volte ho subìto lo stesso tipo di offesa, dalla gente che, guardandomi, diceva: “Come ha fatto a uscire, da due genitori così, un simile cesso a pedali?”. Sarei folle se lo avessi fatto con consapevolezza. Mi dispiace moltissimo per le persone che ho offeso, e che sono state così eleganti da non commentare mai, quando avrebbero potuto infierire».
Aurora nell’intervista - accompagnata da un reportage stile Instagram che la segue nell'arco di una giornata - cerca anche un chiarimento su «uno scherzo cretino, fatto sui social con leggerezza, ferendo delle persone proprio nel modo in cui io sono stata ferita e non voglio essere ferita». Si riferisce, senza nominarla, a un video in cui, imitando Belén Rodríguez, faceva un commento sull’aspetto del bambino della showgirl. «Mi sento male solo a pensarci. Io non sono cattiva e amo i bambini, che per me sono tutti bellissimi. Ho agito d’impulso, stupidamente, senza il tempo di riflettere, e con i social questa impulsività stupida la paghi. Ma per me era evidente: non potevo pensare che il bambino fosse brutto. Troppe volte ho subìto lo stesso tipo di offesa, dalla gente che, guardandomi, diceva: “Come ha fatto a uscire, da due genitori così, un simile cesso a pedali?”. Sarei folle se lo avessi fatto con consapevolezza. Mi dispiace moltissimo per le persone che ho offeso, e che sono state così eleganti da non commentare mai, quando avrebbero potuto infierire».
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