Gabriella Pession mamma presenta in esclusiva il figlio Giulio: “Vale più di 150 Oscar”

“Dopo il parto ho vissuto giorni di pianot e senso di inadeguatezza. Ma alle donne dico: poi passa”. E la ricompensa… non ha prezzo

Nel numero di Oggi in edicola c’è una lunga intervista-confessione di Gabriella Pession. Che ci presenta il figlio Giulio, nato a fine luglio dell’anno scorso, e parla di tutto: dalla gioia per la nascita del bimbo alla paura di sentirsi inadeguata, fino ai progetti di nozze con il fidanzato Richard Ford.
Giulio, dieci mesi di irresistibili rotolini e capelli rossi, come ha cambiato il suo stare al mondo?
«Ero abituata a uno stile indipendente, perciò all’inizio è stato un impatto meraviglioso ma anche choccante. È la cosa più bella del mondo, gioia inspiegabile che solo una mamma può capire. Eppure non sono tutte rose e fiori. Vorrei sfatare questo mito favolistico della gravidanza, soprattutto del periodo post partum, perché le difficoltà ci sono. Credo che l’amore con questo esserino che ti piomba tra le braccia sia immediato, ma cresca nella cura, il conoscersi. Implica una mole di responsabilità che ha un carico emotivo importante. E poi…».
E poi?
«Poi basta con queste attrici che dopo due giorni dal parto sono già in televisione! Alimentano un senso di colpa e inadeguatezza nelle neomamme che non possono permettersi gli stessi aiuti».
A lei com’è andata?
«Il mio compagno è irlandese (l’attore Richard Flood, ndr) e io ho deciso di vivere la gravidanza a Dublino. Lontana dal lavoro, dal mio Paese che un po’ mi aveva stancato, dai paparazzi. Sono stata accolta in una grande famiglia e mia mamma si è trasferita lì per cinque mesi. Eppure ho capito poi che lontana dal mio luogo di appartenenza, dalle mie cose, dal mio lavoro, era un sentirsi senza nido. La fortuna è stata quella di avere un uomo molto presente, che ha scelto di non lavorare durante la mia gravidanza e per i primi quattro mesi del bambino. Richard è nato papà. Affettuoso, premuroso, cambia Giulietto, gli dà il biberon. Ed è anche molto attento alla mamma».
Quindi tutto bene.
«L’altro giorno ho incontrato una neomamma che si è messa a piangere: “Mio figlio ha tre mesi, non mangia…”. Mi si è spalancato il cuore perché prima mi dicevano: “Vedrai, ogni cosa sarà perfetta”. Invece no. Quando è nato il mio amore, per i primi mesi non è stato tutto facile. Ho sofferto di baby blues, una condizione fisiologica che molte donne attraversano dopo il parto ma di cui parlare è ancora tabù. Ti assale all’improvviso una sensazione di stanchezza, di inadeguatezza. Passavano giorni in cui piangevo senza motivo, giorni di tristezza in cui dicevo “non ce la faccio” e neanche godevo a pieno del mio legame con questa creatura. Ho allattato per due mesi e mezzo, ogni ora, mi sentivo agli arresti domiciliari! Ma devi abituarti a un cambiamento immenso. Io poi ho affrontato un parto cesareo. I medici dicono che, in questa condizione, la donna evita di secernere una serie di ormoni che invece aiutano nel parto naturale. E questo può indurre una lieve forma di depressione fisiologica».

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