Ogni scuola ha il suo «Franti». Quel ragazzo vivace e un po' sbruffone che le compagne di classe vorrebbero corteggiare e che i professori vorrebbero relegare dietro alla lavagna.
In quella di Amici, era chiaro fin dal principio che il carattere difficile di Mattia Briga avrebbe diviso il pubblico a metà, fra coloro che non riuscivano a resistergli e quelli che non vedevano l'ora di spegnere il suo sorrisino sprezzante. Invece, fra gli elogi di Tiziano Ferro e i continui attacchi di Loredana Bertè, il giovane rapper romano è arrivato al serale ed è riuscito a stringere fra le mani la medaglia d'argento dietro ai The Kolors. Ora, dopo aver conquistato il Disco d'Oro per Never Again a sole due settimane dall'uscita (attualmente è impegnato in un istore tour per presentarlo. Le prossime date saranno l'8 giugno a Nola e il 12 a Palermo), è arrivato il momento dei bilanci, di fare un piccolo passo indietro e di pensare al futuro. Sperando che gli hacker non decidano, ancora una volta, di fare capolino sulle sue pagine social.
È arrivato secondo alla finale di Amici: c'è rimasto male?
«Mi ritengo una persona molto competitiva, che sente l'agonismo in maniera molto intensa. È ovvio che, lì per lì, io abbia rosicato un po', come si dice a Roma. Ci sono rimasto male perché non mi piace arrivare secondo in niente, ma me l'aspettavo. Mi rendo conto che, in televisione, con il mio carattere possa essere stato un po' fastidioso e che abbia fatto incazzare più di qualcuno, ma i The Kolors hanno avuto una condotta senza sbalzi e molto lineare: questo conta molto per il pubblico».
Pensa che il giudizio sul suo carattere abbia pregiudicato il parere sul suo potenziale artistico?
«Io sono convinto di questo, perché il mio lato artistico è stato preso un po' sottogamba. A parte qualcuno in maniera sporadica, non credo di aver mai ricevuto un vero complimento, mentre ne sono stati regalati tantissimi ad altri ragazzi che credo non abbiano fatto niente di speciale. Dalla mia ho la scrittura. Dopotutto ho scritto dieci strofe sulle canzoni di chiunque, con un livello di difficoltà maggiore rispetto a chi deve riarrangiare. Se mi viene propinata una canzone come Hey Jude di John Lennon, più che scriverci delle belle parole sopra non posso fare e, se non sono compatibile con quel tipo di base, per me è un suicidio. Sono stato bersagliato, mi è stato imposto qualcosa rispetto agli altri, ma io sono felicissimo del mio percorso perché non mi sono fatto piegare: sono rimasto solo a difendere le mie idee».
In un talent, però, è normale che i brani vengano «imposti» o assegnati. Lei, per esempio, si è rifiutato di cantare una canzone di Caparezza.
È arrivato secondo alla finale di Amici: c'è rimasto male?
«Mi ritengo una persona molto competitiva, che sente l'agonismo in maniera molto intensa. È ovvio che, lì per lì, io abbia rosicato un po', come si dice a Roma. Ci sono rimasto male perché non mi piace arrivare secondo in niente, ma me l'aspettavo. Mi rendo conto che, in televisione, con il mio carattere possa essere stato un po' fastidioso e che abbia fatto incazzare più di qualcuno, ma i The Kolors hanno avuto una condotta senza sbalzi e molto lineare: questo conta molto per il pubblico».
Pensa che il giudizio sul suo carattere abbia pregiudicato il parere sul suo potenziale artistico?
«Io sono convinto di questo, perché il mio lato artistico è stato preso un po' sottogamba. A parte qualcuno in maniera sporadica, non credo di aver mai ricevuto un vero complimento, mentre ne sono stati regalati tantissimi ad altri ragazzi che credo non abbiano fatto niente di speciale. Dalla mia ho la scrittura. Dopotutto ho scritto dieci strofe sulle canzoni di chiunque, con un livello di difficoltà maggiore rispetto a chi deve riarrangiare. Se mi viene propinata una canzone come Hey Jude di John Lennon, più che scriverci delle belle parole sopra non posso fare e, se non sono compatibile con quel tipo di base, per me è un suicidio. Sono stato bersagliato, mi è stato imposto qualcosa rispetto agli altri, ma io sono felicissimo del mio percorso perché non mi sono fatto piegare: sono rimasto solo a difendere le mie idee».
In un talent, però, è normale che i brani vengano «imposti» o assegnati. Lei, per esempio, si è rifiutato di cantare una canzone di Caparezza.
«Quando ho fatto i provini la mia domanda più frequente era cercare la sicurezza di fare dei pezzi miei, cosa che è stata rispettata. Ma Amici mi ha chiesto anche di venire incontro alle esigenze del programma e ho dovuto, quindi, esibirmi con grande piacere con canzoneinon mie, come La stella di Broadway, Pioggia dei Negramaro e rifare Schiena di Emma, che è una delle strofe più belle che abbia scritto. Ovviamente Caparezza non era un compito, ma l'ennesima provocazione della Bertè a cui stavo un po' sulle palle».
Ora che è tutto finito, con la Bertè come è rimasto?
«Durante le prove della finale ci siamo salutati e mi ha fatto i complimenti per la strofa che ho scritto per Almeno tu nell'Universo. Ho cercato di giocare sulla metafora della canzone, quando Mia Martini dice "un punto sei che non ruota mai intorno a me", perché il suo uomo è il Sole e lei è la Terra che gli ruota attorno. Loredana è una donna intelligentissima, che ha sempre fatto delle critiche molto pertinenti e competenti sul lato musicale, ma dispiace che, con me, si sia troppo concentrata sul mio carattere. Doveva regalarmi qualche spunto critico come ha fatto con gli altri».
Alla luce di questo, riadatterebbe mai una canzone di Loredana Bertè?
«Non sono assolutamente una persona rancorosa e penso che Loredana Bertè abbia scritto delle canzoni meravigliose, finite nell'Olimpo della musica italiana. Il problema è che io non sono un motore che vive per riadattare i pezzi degli altri: ho partecipato a un talent e mi hanno chiesto di cantare delle cover. Punto. Poi, sono orgogliosissimo che Tiziano Ferro mi abbia chiesto di registrare il brano perchè gli sono piaciuto: è il ricordo più bello dell'intero anno».
È vero che, molto prima di partecipare ad Amici, ha scritto sul suo profilo Twitter: «Se la musica deve passare da X Factor e Amici, preferisco fare il fioraio»?
«Io, in realtà, ho scritto un'altra frase: "preferisco rappare per i miei amici piuttosto che rappare ad Amici". Mi assumo tutte le responsabilità per ciò che ho fatto, ma le mie pagine social mi sono state hackerate due volte e, purtroppo, sono state scritte frasi ingiuriose contro qualcuno. Ma non erano le mie. È chiaro che io faccia delle battute, perché amo prendere le cose alla leggera e fa parte del mio essere romano. Ma quella frase sul fioraio non è farina del mio sacco, anche se ammetto che, al tempo, pensavo che avrei raggiunto il mio obiettivo con un altro tipo di percorso. Poi è chiaro che abbia cambiato idea: sono devoto alla scuola di Amici per la professionalità che mi ha trasmesso e per l'amore con cui sono stato trattato. Anzi, consiglio a tutti i musicisti di fare un piccolo sacrificio e rinchiudersi in un talent come Amici, perché il talent è il veicolo più veloce per avere un'esposizione così importante».
Era parecchio emozionato quando ha vinto il Premio Rtl come il singolo più ascoltato in radio per L'amore è qua.
«Sono stato felice perché era il primo riconoscimento che mi veniva assegnato, anche se le vittorie che mi guadagno non devono essere per forza attestate da un trofeo. In quel momento sapevo, dato che leggo fra le righe, che avrei preso solo quel premio. C'avevo visto lungo».
Tornando a questo suo carattere difficile, nel corso della finale lei ne ha preso atto e si è anche scusato.
«Sono un essere umano e, in quanto tale, posso permettermi alti e bassi. L'importante è riconoscere i propri errori e non farli più. Una delle lezioni che ho imparato è il rispetto per il lavoro degli altri: la prossima volta che mi viene un'uscita come quella su Celentano penso che la farò al bar con gli amici anziché in tv».
Le piacerebbe continuare ad andare in televisione o preferirebbe concentrarsi di più sulla musica in sé?
«Seppure sia entrato in televisione dal nulla e abbia dimostrato di saper reggere le telecamere, riconosco che non sia la mia priorità. Non l'ho mai guardata, ma ho un debole per Maria De Filippi, che mi vuole molto bene e tiene a me. Ogni volta che lei mi chiederà qualcosa annullerò i miei impegni per andare da lei. Se poi qualcuno che stimo m'invitasse a parlare di musica, perché no?».
Ora che è tutto finito, con la Bertè come è rimasto?
«Durante le prove della finale ci siamo salutati e mi ha fatto i complimenti per la strofa che ho scritto per Almeno tu nell'Universo. Ho cercato di giocare sulla metafora della canzone, quando Mia Martini dice "un punto sei che non ruota mai intorno a me", perché il suo uomo è il Sole e lei è la Terra che gli ruota attorno. Loredana è una donna intelligentissima, che ha sempre fatto delle critiche molto pertinenti e competenti sul lato musicale, ma dispiace che, con me, si sia troppo concentrata sul mio carattere. Doveva regalarmi qualche spunto critico come ha fatto con gli altri».
Alla luce di questo, riadatterebbe mai una canzone di Loredana Bertè?
«Non sono assolutamente una persona rancorosa e penso che Loredana Bertè abbia scritto delle canzoni meravigliose, finite nell'Olimpo della musica italiana. Il problema è che io non sono un motore che vive per riadattare i pezzi degli altri: ho partecipato a un talent e mi hanno chiesto di cantare delle cover. Punto. Poi, sono orgogliosissimo che Tiziano Ferro mi abbia chiesto di registrare il brano perchè gli sono piaciuto: è il ricordo più bello dell'intero anno».
È vero che, molto prima di partecipare ad Amici, ha scritto sul suo profilo Twitter: «Se la musica deve passare da X Factor e Amici, preferisco fare il fioraio»?
«Io, in realtà, ho scritto un'altra frase: "preferisco rappare per i miei amici piuttosto che rappare ad Amici". Mi assumo tutte le responsabilità per ciò che ho fatto, ma le mie pagine social mi sono state hackerate due volte e, purtroppo, sono state scritte frasi ingiuriose contro qualcuno. Ma non erano le mie. È chiaro che io faccia delle battute, perché amo prendere le cose alla leggera e fa parte del mio essere romano. Ma quella frase sul fioraio non è farina del mio sacco, anche se ammetto che, al tempo, pensavo che avrei raggiunto il mio obiettivo con un altro tipo di percorso. Poi è chiaro che abbia cambiato idea: sono devoto alla scuola di Amici per la professionalità che mi ha trasmesso e per l'amore con cui sono stato trattato. Anzi, consiglio a tutti i musicisti di fare un piccolo sacrificio e rinchiudersi in un talent come Amici, perché il talent è il veicolo più veloce per avere un'esposizione così importante».
Era parecchio emozionato quando ha vinto il Premio Rtl come il singolo più ascoltato in radio per L'amore è qua.
«Sono stato felice perché era il primo riconoscimento che mi veniva assegnato, anche se le vittorie che mi guadagno non devono essere per forza attestate da un trofeo. In quel momento sapevo, dato che leggo fra le righe, che avrei preso solo quel premio. C'avevo visto lungo».
Tornando a questo suo carattere difficile, nel corso della finale lei ne ha preso atto e si è anche scusato.
«Sono un essere umano e, in quanto tale, posso permettermi alti e bassi. L'importante è riconoscere i propri errori e non farli più. Una delle lezioni che ho imparato è il rispetto per il lavoro degli altri: la prossima volta che mi viene un'uscita come quella su Celentano penso che la farò al bar con gli amici anziché in tv».
Le piacerebbe continuare ad andare in televisione o preferirebbe concentrarsi di più sulla musica in sé?
«Seppure sia entrato in televisione dal nulla e abbia dimostrato di saper reggere le telecamere, riconosco che non sia la mia priorità. Non l'ho mai guardata, ma ho un debole per Maria De Filippi, che mi vuole molto bene e tiene a me. Ogni volta che lei mi chiederà qualcosa annullerò i miei impegni per andare da lei. Se poi qualcuno che stimo m'invitasse a parlare di musica, perché no?».
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