Raoul Bova a 'Vanity Fair': «Così ho preparato Rocìo a Sanremo»

Raoul Bova: «Così ho preparato Rocìo a Sanremo»

Raoul quali consigli ha dato a Rocío?«Di essere se stessa, Sanremo ti passa ai raggi X, è inutile costruirsi delle maschere».

Lei passerà da quelle parti durante il festival?
«Non lo so ancora, dipende dagli impegni che avrò».

Nel film di Genovese interpreta un contadino. Come si è trovato?


«Benissimo. Adoro la natura. Ogni tanto vado in campagna da mio padre. Abbiamo una piccola fattoria fuori Roma. Ogni volta mi rigenero. Mi piace svegliarmi presto alla mattina, avere a che fare con gli animali. Per me vale più un giorno in campagna che mille giorni in una spa. Diciamo che sono arrivato sul set preparato e Renzo è molto vicino a me».

Anche in questo film viene ritratto come un principe romantico. Si è mai chiesto il perché?
«Mi appioppano sempre questi ruoli. Si vede che i registi mi vedono così. Non ci posso fare nulla. Comunque non mi dispiace, sono una persona che ama sognare».

Prossimamente la vedremo anche in altri ruoli.
«Sì! Ne La scelta di Michele Placido non sarò proprio un romanticone, e a breve dovremmo iniziare a girare la serie tv Task Force 45 (di cui è anche produttore, ndr). Qui si parla di ebola, virus e servizi segreti deviati».

Ritorniamo all’amore. È necessario rinunciare a qualcosa per amore (come per esempio si vede nel film)?
«Amare non significa rinunciare. Amare è condivisione, e comunque se si decide di abbandonare qualcosa della propria vita per amore è perché si pensa di amare tante altre cose di quello che sarà un nuovo pezzo di vita».

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