Vanessa Incontrada: perché ho sempre il cuore altrove


Un film «in linea con il governissimo, per dire che bisogna arrendersi, deporre le armi, e capire che il nemico va conosciuto». Sergio Rubini dice che la sua nuova commedia, Mi rifaccio vivo (dal 9 nei cinema) riflette un desiderio di pacificazione, la voglia di «indicare una strada diversa», di perdonare, di aiutare. Anche per questo, in mezzo a due figure femminili ad alto tasso di nevrosi, una psicoterapeuta abbandonata (Valentina Cervi) e una moglie trascurata (Margherita Buy), ha inserito un elemento rasserenante, una donna tranquilla, un esempio di «femminilità compiuta». Per interpretarla ha scelto Vanessa Incontrada, moglie affettuosa di Biagio Bianchetti (Lillo), spinto al suicidio dalla rivalità con il nemico di sempre, Ottone Di Valerio (Neri Marcorè), destestato fin dai tempi della scuola a causa dei suoi infiniti successi: «Sono una persona tranquilla - dice l’ex-mattatrice di Zelig - , una con cui si può chiacchierare, forte, ma comprensiva». 

Quanto ha in comune con il personaggio?  
«Sono anch’io una che vuole capire, che non si ferma mai davanti alle apparenze, a cui piace scavare». 

Come è andata sul set con Rubini?  
«Sergio ha la capacità di vivere il personaggio insieme a te, ne ho apprezzato l’autenticità, la trasparenza, anche la timidezza. Si mette alla pari, ma ti da’ la libertà di esprimerti, lo spazio fisico per muoverti». 
Nel 2003 Pupi Avati l’ha lanciata con Il cuore altrove. Che ricordi ha di quell’esperienza? 
«Avati mi vide e mi prese senza nemmeno farmi un provino. Ho vissuto tutto con purezza e genuinità, quando mi hanno detto che saremmo andati a Cannes non sapevo neanche bene che cosa significasse. L’ho capito lì, insieme a Neri Marcorè, per me è stata come una favola». 

Che cosa le ha insegnato Avati?  
«Da lui ho imparato ad affidarmi, a dare quello che ho dentro e sento di poter comunicare». 
Dopo ha continuato, con la tv e con il cinema, ma sul grande schermo non ha ancora dato il massimo. 
«Si, sono una persona che vive il presente, so che dopo Il cuore altrove non è arrivata l’occasione per dire ”ecco, questa è la mia parte”». 

Che cosa le piacerebbe fare?  

«Per il cinema sarei pronta anche a cambiamenti radicali, trasformazioni fisiche, ingrassare, invecchiare, qualsiasi cosa». 

Dalla tv, invece, ha avuto tanto. Quanto è stato difficile chiudere con Zelig?  
«Non chiudo mai completamente la porta sulle cose che mi sono piaciute. Di Zelig non mi sono stufata, ma arriva un momento in cui si desidera fare altro... Insomma, non era stanchezza, ma voglia di assaggiare altre cose della vita lavorativa, senza smettere di apprezzare quello che stai lasciando». 

Che cosa ha appreso dalla scuola della tv?  
«Avere sempre la battuta pronta, anche con gli uomini, che restano spiazzati, perchè da una donna non se l’aspettano. E questo vale pure per la vita vera. Quando una donna fa una battuta s’irrigidiscono, non sanno che fare. Io poi sono già un po' maschile di mio...». 

Appena finita la conferenza stampa, si è tolta le scarpe. Odia i tacchi?  
«E’ la prima cosa che faccio, anche a casa, cammino scalza e meno male che, almeno per ora, posso permettermi il parquet». 

Che cosa l’aspetta dopo Mi rifaccio vivo?  
«Un’altra commedia sull’aldilà, strana coincidenza, vero? Si chiama Angeli, la dirige Stefano Reali, andrà in onda su Canale 5, io interpreto Luisa, una poliziotta che incontra un uomo viziato, pieno di soldi. Prima non se lo fila, poi lui, che è Raoul Bova, la conquista». 

Lei ci crede nell’Aldilà?  
«Sì, sono convinta che niente accada per caso e che tutti abbiamo qualcuno lassù che ci protegge». 

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