The Voice, ancora «duelli». Ma le performance non convincono


Secondo appuntamento con le battles sul ring per i concorrenti del talent di Raidue.

E' stata una gara fino all'ultimo acuto, vedi quello vertiginosissimo di Tommi sulle note di How to save a life, questa sesta puntata di The Voice, la seconda all'insegna delle «battles». Che cosa sono le battles? Sfide canore tra due concorrenti della stessa squadra, che si misurano su uno stesso brano scelto dal coach, a cui spetta poi il compito di decidere chi tenere e chi invece eliminare. Le canzoni scelte dai giudici, però, questa sera ai ragazzi non hanno reso la vita facile. Brani troppo difficili, troppo unici, troppo simili ai loro interpreti originari per essere riadattati senza colpo ferire (e orecchio tappare). Come nel caso di Ti Sento dei Matia Bazar, Rehab di Amy Winehouse, Show Must Go On di Freddie Mercury, ma anche di America della Nannini e Sere nere del «povero» Tiziano Ferro, attentato per la seconda settimana consecutiva (rispetto all'esecuzione fatta dai concorrenti persino lo spot successivo sulla micosi dell'unghia è apparso più rassicurante).

C'è poi il problema delle sfide effettuate tra i più forti, cosa che tende a eliminare subito i bravi portando avanti quelli che bravi non sono (o lo sono meno). «Siccome ci tenevo che le battaglie fossero eque, ho dovute mettere i concorrenti più bravi uno contro l'altro», ha ammesso la stessa Noemi in puntata (salvo poi lamentarsi delle «scelte tostissime»). Ma questa può essere una motivazione plausbile secondo voi?

VanityFair

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