Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore: dolcissima vita in Kenya con Nathan Falco


Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore: dolcissima vita in Kenya con Nathan Falco.
Scusi, così, per crepare d’invidia: quanti gradi ci sono lì a Malindi?
«Veramente sono appena atterrata a Fiumicino: il dovere mi chiama, devo registrare l’ultima puntata di Made in sud . Mercoledì scorso abbiamo fatto più di un milione e 200 mila spettatori».
E Flavio? E Nathan Falco?
«Mi raggiungono domani. Comunque, per farla crepare d’invidia: c’erano trentadue gradi, a Malindi. Sono stata da dio: c’erano i miei, gli amici (tra cui Lucio Presta e Paola Perego, ndr), il mare, della frutta meravigliosa, pesce a volontà».
Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore: fotostoria di un amore – 
La felicità di Elisabetta Gregoraci è a prova di jet lag. Il lavoro va, la famiglia torna. Non ci fosse la cronaca, sarebbe il paradiso.
«Ha visto cosa è successo a Los Roques?»
Terribile.
«Ho ricevuto una mail dai Missoni, che chiedono aiuto. È angosciante: il fatto che non si trovi nulla, neppure un pezzettino dell’aereo, mi fa pensare che qualcuno l’abbia dirottato. Spero di ricevere presto una bella notizia».
Malindi è più sicura.
«Sì, grazie a Dio. Io sto sempre a casa, mi godo mio figlio e la sera vado a letto alle dieci. Ma la città è tranquilla».
Eppure ho visto una foto in cui lei, Flavio e Nathan siete scortati da un guerriero Masai.
«Macché scortati! I Masai lavorano con noi da anni, si occupano degli ospiti del resort. Nathan li adora: “ruba” i loro bastoni e dice di essere un pirata».
È vero che Nathan vuole trasferirsi lì?
«In Kenya sta benissimo: gira scalzo e senza vestiti, gli spazi sono enormi, lui corre, costruisce castelli di sabbia, vede gli elefanti, i leoni. Gli ho spiegato che è un po’ presto per andare a vivere a Malindi. Più in là potrebbe diventare la nostra vera casa».
Ho letto che nel vostro resort Lion in the sun ci sono camerieri addetti alla pulizia degli occhiali da sole dei clienti…
«Ha letto una stupidaggine. È la solita solfa: diamo lavoro a 200 persone e su cosa vi concentrante? Sugli occhiali da sole».
Ho letto che vi state allargando.  
«Sì: tra un annetto saranno pronti gli appartamenti sul mare».
Dà una mano?
«Do opinioni. In cantiere c’è Flavio. Io mi sto occupando di tirar su una scuola: ci studieranno 250 bambini»
Se doveste lavorare insieme, lei e Flavio…
«Finisce che litighiamo (ride, ndr)».
…starebbe meglio lui a Made in sud o lei in The Apprentice?
«Io a fare la consulente del boss. Ma il vero botto sarebbe girare un reality qui, a casa Briatore: morireste dal ridere».
Suo marito è diventato una star del teleschermo: è gelosa del suo successo?
«Scherza? L’ho convinto io a fare The Apprentice, lui titubava».
Perdoni l’assenza di preamboli: Flavio le dà la paghetta?
«Ecco, vede, passo per una mantenuta, come se fossi l’unica italiana sposata con un uomo ricco, ma io sono una donna indipendente. È una delle mille lezioni che mi ha trasmesso mia madre: “A prescindere da chi sposerai, devi mantenerti da sola”. Lavoro da quando ho 17 anni, anche fino a notte: disegno linee abbigliamento, faccio tv e pubblicità, do una mano nella gestione dei club e dei ristoranti. Non avessi sposato Flavio, sarei meno felice, ma dal punto di vista materiale non cambierebbe granché».
Quanto guadagna, di suo?
«Fatti miei. Lei mi dice qual è il suo stipendio?».
Glielo dico. E lei: «Io prendo un po’ di più».
Mi dica la verità: le babbucce di suo marito le piacciono?
«Ormai mi sono abituata. La babbuccia è l’unico vizio che non sono riuscita a togliergli. Ma hanno così tanto successo, che mi dico: “Ben vengano, le babbucce”».
E gli occhiali azzurrati, che fanno tanto Califano, le piacciono?
«Sì, Flavio sta bene solo con quelli. Credo li usi per una sua forma di timidezza: si sente più protetto».
Mi racconta il vostro ultimo bisticcio?
«Ieri mattina. Nostro figlio aveva la tosse e io ho detto: “Oggi Nathan resta a casa”. E Flavio, di rimando: “E che fa? Oggi io e Falco ci facciamo una passeggiata in spiaggia”. Indovini chi ha vinto».
Lei. Quel che non indovino è perché chiamiate il piccolo con due nomi diversi.
«A me piace Nathan, che vuol dire “dono di Dio”. È più adatto a questa fase della sua vita. Magari da grande sarà più “tosto” e gli starà meglio Falco».
Ho letto che lei è incinta e aspetta una femmina.
«Bugia. Per sapere il sesso, dovrei essere al quarto mese. Guardi le foto: le sembro al quarto mese?».
No. Però potrebbe essere al secondo… 

«Aspetteremo un altro anno, voglio godermi Nathan: è in un’età spettacolare».
Non vorrei sembrarle maleducato, ma suo marito non è più un ragazzino…
«Se aspettiamo un anno non succede niente. Flavio, poi, è pieno di energia. La cosa sicura è che Nathan avrà una sorellina».
Detto con onestà: tremiamo all’idea del nome della pargola.
«La tolgo dall’imbarazzo: a me piace India, a lui Kenya. Di qui non si scappa».
La sente, la crisi?
«Guadagno la metà di prima, ma non mi posso lamentare. Faccio meno shopping, aiuto di più i parenti: loro lo patiscono sul serio, questo periodaccio».
Se suo marito entra in politica.
«Non ci entra!».
Sì, ma se, per assurdo, ci entrasse.
«Farebbe bene, ma sono contraria. Ha già tante attività da gestire ed è giusto che si goda sua moglie e suo figlio, deve gestire».
Briatore ha un parterre di ex da “suogno”. Qual è la più bella?
«Naomi».
Io preferisco Heidi Klum.
«Si rende conto che stiamo facendo la classifica delle ex di mio marito?».
Ha ragione, mi scusi. Su come ha conosciuto Briatore, circolano molti aneddoti.
«Le verità è semplice: a un tavolo del club Eleven, a Milano».
Ho letto: lei era con un’amica, Briatore con dieci donne.
«È vero. Non mi faceva molta simpatia. Poi abbiamo iniziato a parlare e lui si è allontanato dal suo harem per venire da me. A fine serata mi ha chiesto dove alloggiassi».
E il destino ha voluto che alloggiaste nello stesso hotel.
«Nella hall, lui mi ha detto: “Ti va di bere una camomilla con me?”».Una camomilla? Lo sa, vero, che sta distruggendo il mito del Briatore playboy?
«La camomilla è stata una scelta mia. E non è successo niente: ci siamo solo scambiati i numeri di telefono».Il tatuaggio che ha sul braccio dice, in inglese: “Senza di te non sarò più la stessa”.
«Me lo sono fatto dopo che è morta mia madre Melina, nel giugno del 2011».Come l’ha cambiata, quella perdita?
«Sono diventata più grande, una specie di mamma anche per mia sorella Marzia. Mia madre mi ha insegnato la forza: negli ultimi giorni, anche se sapeva di non avere speranze, ha voluto la casa piena di gente, ha voluto le sue amiche intorno, ha voluto ridere. Ci rifletta: io ho passato nove anni con lei negli ospedali, operazioni quasi ogni due mesi, terapie dolorose, diagnosi spietate, illusioni, ricadute. Questo la gente non lo vede. Vede solo il red carpet che fai a Cannes una volta l’anno o i 15 giorni che passi al Billionaire.
È vero che ha convertito Briatore alla fede?
«Lui era scettico. Io me lo trascino in chiesa, so che gli fa bene. E la sera, lo obbligo a dire le preghierine. E poi l’ho coinvolto nel mio progetto più grande: costruire la Lourdes italiana».
La Lourdes italiana?
«Ho portato Flavio da fratel Cosimo, a Placanica, in Calabria (Elisabetta Gregoraci è testimonial della sua Regione). È un pastore a cui è apparsa la Madonna: vengono da tutto il mondo, per i suoi miracoli. Eppure lì c’è solo una montagna, una statuetta, una chiesa. Sto cercando i fondi, voglio contribuire a realizzare un santuario all’altezza».
Alessandro Penna (OGGI)


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