Tra l’ultimo vis-a-vis di Simona Ventura con DM e quello di un paio di giorni fa, la differenza c’è ed è tangibile. Più che televisivo, il cambiamento della conduttrice di Chivasso sembra interiore, al punto che viene spontaneo iniziare la nostra chiacchierata, a poche ore dal ritorno in giuria ad XFactor (ieri sera, dalle 21.10 su Skyuno), con un ‘Come stai?’.
Io da Dio. E sono molto fiduciosa ed entusiasta per i nuovi progetti. Nel mio piccolo, ho voglia di fare il piccolo impresario all’interno di XFactor. Una figura che nella musica italiana non c’è più.
Non temi le critiche?
Non le ho mai temute perchè so di piacere o non piacere, sono sempre stata un personaggio che divide.
Ma ci sarà pure qualcosa che ti fa girare le scatole…
Quando ho iniziato questo lavoro venivo dalla provincia, non ero assolutamente abituata all’ambiente televisivo e mi offendeva molto che si potesse pensare di me che fossi una persona leggera. Però mi sono resa conto, con l’andar del tempo, prendendo forza, che l’importante, in questo mestiere, è avere una tenuta psicologica piuttosto che una tenuta fisica, pur essendo quest’ultima molto importante.
Sai che hai cambiato modo di parlare?
Si? Son più tranquilla?
Già! Cosa ti ha fatto Gerò?
(ride, ndDM) La vita privata va benissimo e ho trovato una mia serenità, un equilibrio che cercavo da tanti anni, cosa che non mi esime dall’essere Simona Ventura. Anche con Xfactor il fatto di aver vinto mi ha dato quella credibilità che in fondo mi mancava.
Mancavi di credibilità?
No, ma mi si diceva “non sa di musica”, “deve andare a casa”. E rompere questi tabù e questi pregiudizi mi ha molto divertito. Alla fine ho avuto l’intuizione giusta, ho trovato una squadra fortissima e Paola Folli (sua vocal coach, ndDM) non la mollo neanche a morire!
Quanto ti manca la popolarità della Rai?
Neanche un po’! Era un momento tragico, mi sono resa conto che non avevo più autonomia e la possibilità di portare a casa dei progetti. Ma io ho sempre avuto l’intuizione nel cercare delle vie innovative. E’ successo quando sono passata, per merito di Lele Mora, da Mediaset alla Rai, ed è successo lo scorso anno quando mi ero resa conto che era ora di cambiare. E’ un dono che ho: riesco a capire quello che la gente vuole con un minimo di anticipo, cosa che spesso mi salva dal baratro. La stessa cosa è successa con Sky: in Rai c’era un’intolleranza nei miei confronti, ero nervosa, e poi è arrivata questa proposta che ho vissuto come un segno del destino. Dopo aver macinato tante ore di televisione, ho pensato che fosse il momento di sparire un attimo. Anche sui giornali. Adesso le donne del gossip sono altre.
Ti ritieni una donna del gossip?
No, però negli anni 90 eravamo noi. Io, Mara (Venier, ndDM). La mia visibilità è stata controllata fisicamente da noi. C’è stata una progettualità giusta. Avevo proprio un gran bisogno fisico di sparire.
Dai l’impressione di non avere paura di niente e di nessuno. Recentemente, però, c’è stata un’occasione in cui ti ho vista timorosa. Da Maria De Filippi.
Il problema è che davanti a questi casi molto drammatici, a differenza di Maria, mi agito e mi sento in imbarazzo.
Quindi non era timore nei confronti di Maria?!
No. Siamo amiche da tanti anni. Quando abbiamo bisogno di sentirci ci sentiamo. Abbiamo una vita diversa, un modo di lavorare completamente differente ma quando è necessario ci siamo l’una per l’altra.
Quali sono, secondo te, adesso, le vere star della tv?
Mi escludo per manifesta superiorità. Ovviamente scherzo, meglio precisarlo perchè la gente ride sempre meno. Ho molta stima per le api operaie dello spettacolo. Vedi Carlo Conti o Antonella Clerici che fanno di tutto per la Rai o la stessa Panicucci e tutti coloro che sono in video tutti i giorni. Però le star vere credo siano quelle dell’informazione: Mentana, Santoro, Paragone, Feltri, Sallusti…
Paragone?
Paragone ha cambiato molto la sua visione dell’insieme e del programma. Gli va dato merito di questo.
Perchè su Sky non hai sperimento sino ad ora qualcosa di nuovo?
Ho sperimentato ma non si è ancora visto. Ho girato un pilot in cui mi vedrete in una veste completamente diversa. E’ un programma in cui si dà voce ai cittadini. Potrebbe vedere la luce da gennaio in poi. E poi c’è un reality molto smart, in cui si fa una cosa importante. Credo che il reality non sia un genere morto ma dev’essere declinato nella maniera giusta.
0gialacmyrrpiPaterson Dean Smith https://wakelet.com/wake/3WhunSrcsVARuQFCl3DJ1
RispondiEliminaabpermoicom