Inizia a trapelare qualche dettaglio sulla formula al vaglio da Fabio Fazio per l’edizione 2013 del Festival di Sanremo. A rivelare quella che potrebbe essere l’innovazione più grande del regolamento è Renato Franco sul Corriere della sera: per prima cosa addio alle eliminazioni progressive dei cantanti in gara. Forse per prendere le distanze da un meccanismo che sa troppo di talent, ma soprattutto per evitare l’onta dell’esclusione a qualche big, tutti gli artisti approderanno – questo è il progetto – alla finale del sabato.
La novità delle novità però riguarda le canzoni. Non più un solo brano ma due: ad essere sottoposto al verdetto delle giurie non sarà più il cantante ma il binomio musicale portato all’Ariston. Con l’evolversi del meccanismo infatti il pubblico, la critica, o chi per loro, sceglieranno con quale traccia, tra le due, i big potranno correre per la conquista del Leoncino. L’originalità è apprezzata, ma il rischio di moltiplicare la confusione e di scardinare l’abitudine è forte, trattandosi comunque di testi e musiche inediti che hanno bisogno di più ascolti per radicarsi.
Pare che invece si sia risolta positivamente la trattativa con Luciana Littizzetto. A dire la verità non avevamo molti dubbi in merito. La presenza sul palco della comica torinese potrebbe essere controbilanciata da un’ulteriore spalla, magari comica, per rendere più vario il menù. Sul profilo specificamente musicale parlando di questa rivoluzione del regolamento non ci dovrebbero essere opposizioni, né da parte degli interpreti né dalle case discografiche: c’è la possibilità di prendere “due piccioni con una fava” esponendo in una vetrina mediaticamente formidabile ben due pezzi, più eventuali cover (se venissero mantenute la serata del duetto e degli omaggi).
Ulteriore vantaggio verrebbe dalla varietà aprendo ad un’eventuale scommessa su un brano più ‘alto’ e uno più orecchiabile. Al contrario la possibilità di non calamitare attenzione su nessuna delle due proposte. La variante in fondo, una volta superati gli scogli della resistenza al cambiamento, potrebbe mantenere intatto il fascino della suspense (il meccanismo ad imbuto dà un’adrenalina innegabile, è inutile negarlo) senza compromettere l’appetibilità della competizione per i cantautori che volessero mettersi in gioco. E’ presumibile, infatti, che Fazio punti ad un dream team delle note sfruttando l’immagine del Vecchioni che svettava tra gli ‘amici’.
Le schiere dei tradizionalisti, i critici musicali più esigenti ma conservatori potranno avere nuova linfa - questo è uno dei pochi dati certi – per le loro eterne lamentazioni, in quel tipico uso delle penne italiane che rimpiange la canzonetta negli anni di musica impegnata, o, viceversa, getta strali decadenti e crepuscolari sulla pochezza dei versi cantati.
Profanazione del ’sacro’ meccanismo, idea brillante, trovata senza infamia e senza lode? Sarà il tempo a rispondere, sempre che il progetto vada in porto.
Da davidemaggio.it
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