Incidente Belén-Stefano, un medico polemizza: "Non é giustificabile che siano stati trasferiti per un codice verde"
L’incidente di Belen Rodriguez e Stefano De Martino avvenuto lo scorso venerdì in via Tiburtina ha creato un po’ di scompiglio ad Amici, tanto che inevitabilmente i due, visti i problemi fisici riscontrati, non hanno potuto sostenere le coreografie della quinta serata (ma hanno comunque presenziato per qualche minuto). Pare però che abbiano creato qualche grattacapo anche al Sistema Sanitario della Regione Lazio. A instillare dei dubbi è un medico del SSN laziale che, preferendo rimanere anonimo, ha scritto una lettera a Dagospia in cui ha spiegato le anomalie sulla gestione del caso clinico della coppia.
I due subito dopo l’incidente – avvenuto fuori dal Grande Raccordo Anulare nei pressi degli studi Elios – sono stati trasferiti all’Ospedale competente più vicino, quello di Tivoli, un comune in provincia di Roma. Secondo il medico, basandosi su quanto trapelato dai media, la coppia dovrebbe essere entrata in pronto soccorso con il codice verde, dato che “i pazienti non hanno sicuramente lesioni che coinvolgono organi e funzioni vitali ma necessitano di cure”.
Fin qui nulla da eccepire, l’Ospedale di Tivoli “dispone di tutte le specializzazioni fondamentali in un ospedale con DEA ma non dispone di un reparto di chirurgia plastica”. Reparto di cui comunque non vi era alcun bisogno, dato che la giovane argentina ha riportato “delle ferite lacero-contuse in segmenti sicuramente meno importanti da un punto di vista medico come le gambe e le braccia”.
Peccato che Belen e Stefano siano stati trasferiti d’urgenza (in codice verde) con un’ambulanza dall’Ospedale di Tivoli all’Ospedale Sandro Pertini di Roma, in zona Tiburtina, che invece guarda caso dispone di un reparto di Chirurgia Plastica. Il medico ci tiene a precisare però che, a causa dei tagli effettuati dalla Regione, i chirurghi plastici “non sono reperibili durante la notte (dopo le 20 di sera) e non sono in guardia attiva”.
Quindi Belen e Stefano sono stati trasferiti in un’altra struttura per garantirgli una migliore sutura chirurgica, che però a quell’ora non poteva in nessun modo essere operata nel reparto di Chirurgia Plastica. Per quale motivo? Insiste il medico:
“Io credo che non sia giustificato trasferire una soubrette da un nosocomio ad un altro solo per garantirle una migliore sutura chirurgica, in tempi in cui si cerca di risparmiare anche sull’acquisto delle garze dentro un ospedale e in cui per trasferire da un nosocomio all’altro un paziente in codice rosso o giallo possono a volte essere necessari anche alcuni giorni.”
La coppia, la Regione Lazio o l’Emergenza Sanitaria daranno mai una spiegazione in merito?
DAVIDEMAGGIO.IT
Commenti
Posta un commento