Ferro: "L'amore per Torino è una cosa semplice"

Con i concerti di martedì e mercoledì parte il tour 

«L'amore è una cosa semplice». Parola di Tiziano Ferro, che ha scelto Torino per il debutto della tournée legata al disco così intitolato.

Il cantante di Latina tiene due concerti consecutivi, martedì 10 e mercoledì 11 aprile al Palaolimpico; un terzo seguirà nella stessa sede il prossimo 17 maggio. Grande popolarità, dunque, per un artista ormai ecumenico. All'inizio bollato come il solito fenomeno costruito in provetta dalle case discografiche, Tiziano ha dimostrato strada facendo di essere ben altro, e si è messo in tasca pure il certificato di qualità firmato da Ivano Fossati e Franco Battiato, con cui ha collaborato alla pari.

Tutto senza perdere il contatto con i bravi ragazzi italiani, quelli dei lucchetti sui ponti e dei talent show. Ferro riparte da dove in pratica aveva chiuso. Quello del luglio 2009 alla Reggia di Venaria fu infatti uno degli ultimi concerti della tournée precedente.

Lui è un cantante vecchia maniera sotto questo punto di vista: «Fare i dischi è bello ed emozionante, ma alla fine se ami questo lavoro quel che conta è cantare davanti alla gente, come nell'accezione più antica, originale del nostro mestiere». Una passione sottolineata dalla scelta di incidere il nuovo disco praticamente in diretta, suonando e cantando tutto sul momento alla ricerca dell’effetto «buona la prima».


Iperattivo, Tiziano in questi quasi tre anni di assenza da Torino non si è fermato un momento. Ha inciso il disco, pubblicato l'autobiografia «Trent'anni e una chiacchierata con papà», quella in cui ha scelto di fare outing circa la sua omosessualità; ha messo mano alla versione spagnola dell'album e provato con pazienza certosina il nuovo spettacolo: «Sono fatto così, non riesco proprio a riposarmi, devo sempre avere qualcosa da fare. I miei amici mi sgridano, dicono che devo prendermi una vacanza prima o poi, ma per me sarebbe una tortura».

Iperattivo come quando arrivò a Torino per la prima volta, invitato dal gruppo rap A.T.P.C. per fare i cori sul loro disco e affrontare la sua prima tournée: «Era il 1999 e mi parve una buona occasione, all'epoca oltretutto ascoltavo un sacco di hip hop. Peccato che l'invito coincidesse con le settimane in cui dovevo preparare l'esame di maturità. Però non mi fermai per così poco. Partii da Latina con i libri, mi piazzai a casa di Rula, uno dei due componenti del gruppo. Di giorno facevamo le prove per i concerti, di notte studiavo. Sotto il profilo artistico fu una buona palestra, la manifestazione "Hip Hop Village" al Forum di Assago fu la prima grande arena di fronte a cui mi trovai a cantare, così come aprire i concerti del rapper francese Passi per me era un onore. Tutto sempre con i libri di inglese e di scienza della terra sotto il braccio; alla fine andò bene pure la maturità, per cui il bilancio fu ampiamente positivo. Tornai a casa emancipato dalla mia timidezza».

Quel 1999 fu importante anche per un altro motivo: «A settembre andai a vedere Whitney Houston, era il mio primo grande concerto e mi avrebbe lasciato un ricordo fantastico. Quando ho saputo della sua morte ci sono rimasto molto male, mi mancherà la sua voce».

Ora i grandi concerti li fa lui, e Torino è una piazza da due tutto esaurito consecutivi: martedì e mercoledì l'agenzia Set Up Live annuncia che aprirà alle 18 le casse del Palaolimpico giusto per far fuori l’ormai usuale piccola riserva di biglietti anti bagarini, per poi aprire i cancelli della struttura alle 19 in vista degli spettacoli delle 21.

Gli esclusi potranno consolarsi con lo show del 17 maggio. La tournée toccherà una dozzina di città italiane; molte, da Milano a Genova, Verona, Caserta e Firenze, hanno dovuto raddoppiare o triplicare la data per accontentare le

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