Arisa madrina d'eccezione al festival del cinema Gay

La cantante sarà l'ospite d'onore della serata d'apertura. Da X-Factor a "Da Sodoma a Hollywood", l'ex brutto anatroccolo della canzone italiana non finisce di stupire.








ARISA

"Ho accettato l'invito perché ho capito che è un festival coraggioso e tutte le cose fatte con coraggio meritano rispetto e adesione", dice Arisa, ancora fresca del successo a Sanremo, dove raffinatissima e glamour è stata la vincitrice morale, che il 19 aprile all'Uci del Lingotto sarà l'ospite d'onore della serata di apertura del Torino Glbt Film Festival. Da X-Factor a Da Sodoma a Hollywood, l'ex brutto anatroccolo della canzone italiana non finisce di stupire. In Piemonte ha lavorato con Ricky Tognazzi sul set di "Tutta colpa della musica", dove recitava la parte di una ragazzina "sfigata" e repressa. Questa volta sarà protagonista - come fu lo scorso anno la rossa Noemi, sua rivale all'Ariston - di un'esibizione canora "live" che promette "sorprese". Sul red carpet della kermesse diretta da Giovanni Minerba sfilerà anche Chiara Francini, attice comica ma anche insospettabile sex bomb del cinema italiano (scelta non a caso da Dolce & Gabbana per la nuova sensualissima campagna "Sicily style"), che al festival sarà madrina e membro della giuria.




Una settimana di cinema, dal 19 al 25 aprile, per la ventisettesima edizione della rassegna a tematica omosessuale, che ha in serbo per i cinefili, nel mare magnum di centoquaranta titoli in rappresentanza di trentacinque nazioni, alcune perle. A cominciare dal "Lago dei cigni" tutto maschile e in 3D firmato dal coregografo Matthew Bourne (dal suo "Swan Lake" con il Royal Ballett è tratta la sequenza finale di "Billy Elliott"), regia di Ross Mc Gibbon, con il celebre balletto di Ciaikovski in versione "totally male". Per non parlare del documusical di Emanuela Pirelli "Le coccinelle", uno dei titoli italiani in concorso, "sceneggiata transessuale" a base di canzoni neomelodiche, protagonisti un gruppo di trans dei vicoli di Napoli, per celebrare l'antica arte dei "femminielli". O, tra i corti, "Il mondo sopra la testa" di Peter Marcias dalla trama succulenta: due anziani gangster vengono ingaggiati dalle autorità glbt italiane per sequestrare il premier in carica, che viene interrogato e quindi processato per aver insultato la comunità gay e violato i suoi diritti.



Ne vedremo delle belle. Tra le cose più "piccanti" dell'edizione il focus "L'ultimo tabù" sul rapporto tra omosessualità e sport, curato dal giornalista de La7 Paolo Colombo, che con la trasmissione "Victory" anni fa intraprese un viaggio-inchiesta nel mondo dello sport professionistico, dove dichiararsi gay, almeno in Italia, è ancora un grosso problema. Tra costume e società anche la sezione "Forever Young" con una serie di pellicole realizzate da giovani registi che indagano il tema dell'identità sessuale vista e vissuta dagli adolescenti.

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