Renga "La mia terza via metto insieme rock e belcanto all'italiana"

FRANCESCO RENGA

A Sanremo canterà  "La tua bellezza": "Un artista ha il dovere di riversarla su chi ascolta. Viviamo un momento triste"

Dopo 12 anni di Timoria e 15 da solista, Francesco Renga resta un un soggetto un po’ misterioso nella musica popolare italiana. C’è chi lo pensa rock, e chi invece lo vede melodico a tutto tondo: ma sono semplificazioni che non rendono merito a una ricerca ambiziosa che egli va compiendo da tempo, forte di una vocalità intensa e coltivata con lo studio, per trovare una strada lontana dai cliché: «Torno a Sanremo perché mi serve - annuncia con disincanto -. Avevo bisogno di dare una indicazione precisa di quello che sarà il futuro Renga. Ho sempre cercato una terza via: da una parte la voce classica derivante dal belcanto, in una canzone italiana pura, ma dall’altra c’è l’eco dei miei ascolti più vicini al rock, soprattutto britannico».


Frutto ultimo di tanto studio, tre inediti che saranno contenuti nel primo best della carriera solista, Fermoimmagine ; uno di questi è appunto la canzone sanremese La tua bellezza , un brano disteso e ardito la cui interpretazione non lascerà indifferenti gli ascoltatori più esigenti, melodici e rock. Francesco tra l’altro era andato dritto sul podio di Sanremo con Angelo , nel 2005; sono seguiti vari esperimenti, un recente tour con orchestra che ha girato l’Europa con buon successo, e spesso Renga è anche finito nel tritatutto mediatico per via del lungo legame con Ambra Angiolini, madre dei suoi due bambini Leonardo di 6 anni e Anna di otto.


Lei ha pure scritto il testo del brano, caro Francesco. Ci diventa cantautore? «Da un po’ volevo raccontare la bellezza in questo modo: abbiamo cercato, con Diego Mancino, di restituirne l’idea in questo momento di tristezza, sconforto e paura in cui il mondo intero sta rotolando. Un artista ha il dovere di cogliere la voglia di bellezza, e riversarla su chi ascolta. Nel testo, si parte da una donna per arrivare alla bellezza nel suo insieme: un concetto che non è mai accomodante, qui si parla di una bellezza scomoda, furiosa, improvvisa. Ti costringe a mettere a fuoco la tua vita. A noi è stata propinata a lungo la volgarità della bellezza, ma a quasi 44 anni sento di doverla cogliere nella sua essenza, come fanno i miei figli. Un antidoto alle brutture, alle piccolezze».

Un messaggio non solo artistico: «È una sveglia, per il nostro Paese in cui la bellezza impera. Non voglio parlar di politica, perché la politica siamo noi, e ora dobbiamo recuperare. Senza impazzire ogni giorno per lo spread: perché siamo diventati così? Non è quello, ci basta molto meno per esser felici, invece che correre dietro a stupidaggini che ti costringono a far cose che non faresti mai. Ma io spero che qualcosa cambi dentro di noi».

Confessa che il disco ultimo, voce e orchestra, lo ha assai ispirato: «Volevo anche raccontare come il nostro Paese si sia rimboccato le maniche e si sia liberato delle macerie della guerra. Ora tutti sono nuovamente impauriti e distratti».

Fra le persone incontrate da Francesco Renga negli ultimi 15 anni raccontati da Fermoimmagine c’è anche Ambra: una presenza impegnativa? «Una moglie è impegnativa se è intelligente, ti tiene sveglio il cervello. I figli poi sono importantissimi, se sei uomo e padre di coscienza spostano il baricentro della tua esistenza. Quando si parla di coppia mi viene l’orticaria: io e Ambra siamo una famiglia con i nostri figli che sono molto rock, cercano ruvidezza ed energia ma sono pure affascinati da orchestra e voce. Più riesci a mantenerli puri, più concretizzi la bellezza con il tuo lavoro».

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